FIP MARCHE stories
FIP MARCHE Stories. Giovanni Luminati. Un punto di riferimento per il basket giovanile

Ormai un autentico simbolo del movimento giovanile pesarese (e non solo) a dispetto di un’età non certo da pensionato. Accostare il nome di Giovanni Luminati al mondo under di Pesaro è praticamente automatico e il valore dato dal tecnico, che da pochi giorni ha compiuto 37 anni, all’universo della VL del futuro diventa ancor più grande quando si vanno a leggere i tanti risultati ottenuti e la moltitudine di giocatori che sono passati sotto le sue “grinfie”. Cresciuto con la maglia della VL addosso, prima come giocatore e poi come allenatore, ha iniziato praticamente sin da subito l’attività sulla panchina. Un ruolo fondato sulla sua grande passione e professionalità che lo hanno portato oggi ad essere il Responsabile del Settore Giovanile della Victoria Libertas e tra i più apprezzati tecnici all’interno del panorama giovanile nazionale. Non a caso il suo nome ormai da anni appare anche nello staff tecnico del Settore Squadre Nazionali che lo ha coinvolto in più di un’occasione in esperienze in Azzurro (Europei U18 nel 2022 e 2023 come assistente di Andrea Capobianco, e in quello del 2024 secondo di Marco Sodini). Collezione di partecipazioni alla varie Finali Nazionali, le ultime in ordine temporale il “bronzo” nel 2023 e il 4°posto nel 2022 con l’U19 Eccellenza, e anche riconoscimenti personali come il premio come miglior allenatore della Finale Nazionale U19 nel 2017 e il “Baldinelli” che il Comitato Regionale FIP MARCHE gli ha riconosciuto nel 2022. Attualmente ancora al timone delle under biancorosse alla ricerca di nuovi traguardi con immutati stimoli e passione.


Che stagione è questa che stai vivendo per te e per le tue squadre?
“In questa stagione abbiamo iniziato un nuovo ciclo con le annate più grandi dopo le ultime stagioni molto buone e ricche di soddisfazioni. In questo periodo stiamo entrando nelle fasi più calde. Con il gruppo Under 19 siamo ancora in gioco per entrare negli spareggi e cercheremo di arrivare a questo traguardo. Con l’under 17 abbiamo appena iniziato il Girone Interregionale un cammino ancora lungo ma che speriamo di percorrere nel modo migliore possibile. Sicuramente è un bello stimolo per tutti, sia per i ragazzi e che per lo staff.
Siete anche impegnati in uno “sdoppiamento” con il campionato di Serie C. Come ti poni davanti all’impegno di una squadra Under che disputa anche un campionato senior? Come giudichi questo duplice cammino? Lo ritieni davvero formativo per i ragazzi?
“Negli ultimi due anni abbiamo sempre partecipato al campionato di Serie D e DR1. Giocare all’interno del mondo senior ha ai ragazzi quel pizzico di confronto ed esperienza in più. In questa stagione volevamo alzare un pò l’asticella da questo punto di vista cimentandoci con la Serie C. Vogliamo provare a dare degli strumenti aggiuntivi al gruppo Under 19 miscelando un pò gli ingredienti tra il loro campionato giovanile, gli allenamenti con la prima squadra in A2 per alcuni e affontare appunto gare di Serie C nel weekend. E’ indubbiamente un grande impegno e richiede sacrificio. Ma direi che abbiamo fatto vedere buone cose e fino a questo momento siamo soddisfatti di come stanno andando le cose.”
Sono parecchi anni che frequenti il mondo delle giovanili, hai notato dei forti cambiamenti ultimamente rispetto al passato? E in particolare condividi il discorso che molti sostengono dove si dice che sia aumentato il livello di fisicità a discapito della tecnica?
“Negli ultimi anni chiaramente il livello fisico atletico è salito, anche per l’inserimento di diversi ragazzi stranieri che un tempo magari non c’erano o la loro presenza era minima. Credo sia un dato di natura fisiologica. Il gioco ad alto livello ormai richiede una componente fisica spiccata e anche nelle giovanili si ricerca con assiduità questa componente.. Sulla qualità tecnica dipende un pò dalle annate. Alcune hanno un livello medio maggiore, ma allo stesso tempo meno punte di qualità. In altre annate avviene a volte il contrario. Sono variabili molto ampie non c’è una costante. Dopo tanti anni lo scorso anno si sono potute rivedere delle finali nazionali under 19 con partite ad alto punteggio ed anche ad un buon livello. Penso sia una bella cosa per tutto il movimento.”
Un argomento molto attuale è la forte tentazione che i ragazzi di buon livello hanno nei confronti dell’NCAA. Si parla di una imminente importante migrazione di molti prospetti verso il mondo universitario degli USA. Che considerazione hai di questa cosa?
“Penso che sarà una cosa con cui bisognerà convivere nei prossimi anni. Non dobbiamo quindi vederla come un aspetto negativo e far si anzi che sia da stimolo per proposte e idee nuove anche in una fascia di eta in cui forse qui fatichiamo ad essere attrattivi e competitivi come offerta. Ovviamente l’esperienza dei College dal punto di vista tecnico, umana ed anche economico è molto allettante ed è naturale che tanti ragazzi possano pensarci ci pensano. È un cambiamento che va affrontato con serenità e deve essere visto in maniera positiva anche se va considerato che le strade di crescita non sono uguali per tutti i ragazzi.”
Come giudichi complessivamente lo stato di salute del nostro movimento giovanile regionale?
“Sicuramente è un movimento molto positivo, perché ci sono più realtà che danno valore al lavoro quotidiano con i giovani e si attrezzano con dirigenti, allenatori e preparatori fisici di ottimo livello, per poter offrire il massimo possibile ai ragazzi. Ci sono giovani atleti attenzionati dal progetto Academy e dal Settore Squadre Nazionali, un fatto che testimonia la grande qualità del prodotto. Le prime squadre anche nelle serie minori che danno possibilità agli under di mettersi in mostra è sicuramente un altro aspetto positivo.. Forse bisognerebbe avere maggior disponibilità di strutture per poter aiutare ancora di più un giovane a crescere. Si può sempre migliorare comunque. Allargare ancora di più la base, o coinvolgere ancora più giovani allenatori, ma penso che l’indirizzo preso sia quello giusto.”
E’ davvero così difficile oggi il salto dal mondo under a quello senior? Vediamo tanti giovani interessanti che hanno spazio in A2, poi pochissimi di loro riescono a fare altrettanto in Serie A. Perché avviene questo? Quale potrebbe essere il rimedio?
“Fra Serie A2 e A1 c’è parecchia differenza ad oggi, soprattutto dal punto di vista fisico e atletico. Poi il numero di stranieri non aiuta troppo l’inserimento di tanti giovani, che a parte eccezioni non sono subito impattanti in uscita dal loro percorso giovanile. Il campionato di A2 per un giovane che ha qualità può sicuramente essere un buon trampolino anche dal punto di vista tecnico e tattico. E’ un campionato un pò più di sistema e il mercato con più limitazioni rispetto alla Serie A permette anche a volte di avere più spazio.“
Tanti anni nelle under di Pesaro. A quale ricordo sei rimasto particolarmente legato?
“Ho fatto tante annate ognuna delle quali ha conservato un ricordo. Non ne ho quindi uno in particolare. Gli ultimi due o tre anni chiaramente sono stati belli sia per i risultati sia per il percorso fatto con tutti i ragazzi passati nell’under 19 con tanti che sono stati in gruppo insieme per più anni. Ricordo con grande emozione il periodo della faticosa ripartenza post covid dove abbiamo condiviso con i ragazzi momenti non solo cestistici ma anche umani molto profondi. Andando più indietro nel tempo non posso non ricordare il primo gruppo allenato dei ’97. Ma di ricordi ce ne sono davvero tanti altri e tutti bellissimo. Mi ritengo davvero fortunato.”
E a livello di giocatori che hai “cresciuto”, a quale di loro sei maggiormente affezionato?
“Penso che l’ambiente di Pesaro si presti un pò a creare legami profondi. Alcuni ragazzi che sono passati in questi anni hanno lasciato qualcosa in me. Con Michele Serpilli ad esempio penso di aver condiviso veramente tanto in campo e fuori. Possiamo dire di essere un pò cresciuti insieme. Gli ultimi cronologicamente sono Maretto e Stazzonelli, ragazzi che si sono fidati del percorso e che hanno dato tanto. Elia Sgarzini che gioca ora nel Bramante penso che incarni lo spirito e l’ideale di ragazzo in campo e fuori, credo sia un esempio per tanti giovani di Pesaro e ha dato veramente tutto in questi anni. Farà un bel percorso.”
Hai lavorato anche con tanti allenatori. Chi ti ha insegnato di più per il tuo credo cestistico e per la tua crescita tecnica?
“Nascere a Pesaro aiuta obiettivamente nell’avere l’opportunita di vedere all’opera allenatori e staff di serie A. Nei primi anni di “assistentato” ho trovato in Baioni e Turchetto dei maestri e allenatori da cui trarre un metodo e passione. Per tanti anni nelle giovanili c’e stato un gruppo di allenatori con cui ho condiviso veramente tanto, fra cui Calbini e Pentucci, ed è stato bello come crescita. Poi sono cresciuto anche facendo tanto in prima persona, insieme a tanti amici allenatori, ed anche questo serve. La chiamata in Nazionale Under 18 di Andrea Capobianco e Vincenzo Di Meglio mi ha aperto un mondo, e permesso di imparare ad un livello ancora più alto, con persone ed allenatori importantissime, che è proseguito poi con Sodini e Sorci l’estate scorsa. Gli devo davvero tanto.”
Capitolo Nazionale. Sensazioni nell’andare in campo con la scritta “Italia” sul petto.
“È un po’ un sogno che si avvera, sono esperienze uniche che ti riempiono di orgoglio e che auguro di vivere a tutti gli allenatori. Sentire l’inno prima delle gare e leggere Italia sulla maglia che indossi è un emozione unica. Da brividi. Il tutto amplificato dal riuscire a stringere legami veri fra le persone dello staff. Il primo anno vivere il tutto insieme a Davide Paolini, un amico molto importante per la mia crescita, ha significato ancora di più.”
E Il tuo futuro? Avresti voglia di uscire dal mondo under e affrontare magari un’esperienza senior? Ti vedi sempre e soltanto nella tua Pesaro?
“Prima o poi sono sicuro che dovrò staccarmi da Pesaro, anzi forse sono un pò in ritardo (ammette ridendo). Ho chiaramente più esperienza nelle giovanili ed è una cosa che mi piace e mi gratifica anche se il mondo senior mi piacerebbe viverlo un pò di più anche per potermi permettere di ampliare il mio bagaglio personale. Non mi precludo niente per il futuro, l’importante è poter continuare a divertirsi ed ad incidere in questo mondo bellissimo.”



Ufficio Stampa FIP MARCHE